martedì 16 febbraio 2010

Il "Notturnino"

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Sera - 1935 (15 x 17 cm)

Mario Albano era soprannominato il "Notturnino" in ragione dei numerosi soggetti evocativi della notte, ma non solo: i quadri di Albano esprimono intime sensazioni legate all'imbrunire, a limpidi e antichi crepuscoli, ma osservando attentamente opere come quella che vi presentiamo in questo post, si finisce con l'esser colti da una specie di déja vu, come la consapevolezza di aver vissuto numerose vite in un altrove. Mario ha passeggiato lungo pendii collinosi e attraversato boschi pieni di sussurri, sicuro fino alla strada che annuncia le prime case. E meglio di chiunque altro ha saputo descrivere la vita parallela del mondo della sera, dove il tempo non esiste. Ha dipinto la pace di quei luoghi, simili alla nostra realtà in determinate circostanze, e la dolcezza della vita che vi alberga; e, secondo me, più di ogni altra cosa ha dato voce alle anime dei sensibili, che come lui vagabondano nella mezza luce della sera a difesa dei propri sogni.

Forse è questo il vero talento artistico, il saper individuare il punto di contatto fra il nostro e l'altro mondo, la porta del sogno; e pur vivendo il dolore del non accesso, restituire con fatica quel poco di meraviglioso che si è riusciti a cogliere attraverso il buco della serratura: istantanee di un mondo di pace. Immagini come in questo dipinto rimandano a cose a noi note, dove tutto è vecchio, ma non scolorito, perché sottendono ad una realtà inattingibile ai vivi, seppur simile alla nostra. E se l'arte di Mario Albano (1896-1968) rende avvertibile tutto ciò, non sarà difficile immaginarlo nell'ombra far compagnia alle due figure che bisbigliano sotto il lampione..

Francesco Albano

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